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Come fare il root su Android: tutti i dettagli

, Ultimo aggiornamento: Novembre 17, 2018
guida completa per fare root 2023

La procedura di root su un telefono Android è sempre più utilizzata al giorno d’oggi: questa permette agli utenti di ottenere i privilegi di amministratore del telefono, utili per gestire numerosi parametri in precedenza bloccati.

I permessi di root su smartphone e tablet sono dunque utili e funzionali, ma solo se abilitati da utenti ben consapevoli di ciò che stanno facendo: questa procedura, infatti, garantisce il controllo più completo del dispositivo, con rischi per la sicurezza per i meno esperti.

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In questa guida illustreremo dunque cos’è il root e come ottenere i relativi permessi su Android, per sfruttare al massimo il telefono. In questo modo, potrai decidere se attivarli o meno sul tuo dispositivo, tenendo bene in conto tutti i possibili scenari.

È sicuro?

Il rooting dello smartphone, anche quando svolto da un utente esperto, può comportare dei rischi. Sebbene il rooting del proprio telefono sia popolare tra gli utenti più esperti, per rimuovere bloatware, o semplicemente per personalizzare il proprio telefono, i rischi che si possono correre sono significativi.

Tra i vari pericoli che si possono correre dopo aver effettuato il rooting dello smartphone , oltre al blocco totale dello stesso, il più frequente è l’inserimento di malware che possono mettere a rischio i dati, compreso l’accesso a informazioni personali come elenchi di contatti, e-mail e altri dati.

Questo rischio può mettere in grossi guai l’utente, in particolar modo se si parla di un telefono aziendale, con dati estremamente delicati e privati. In questo caso, un hacker può accedere alle risorse aziendali quando il telefono accede alla rete sicura o attraverso applicazioni aziendali sul dispositivo.

Cos’è il root Android?

Il root è una procedura che ti permette di ottenere i permessi di amministratore sul tuo telefono o tablet Android, un po’ come accade su Windows quando devi eseguire applicazioni e processi che richiedono la tua conferma prima di essere avviati.

I diritti di root ti garantiscono quindi una serie di privilegi, che non impongono limiti sulle operazioni di scrittura e lettura dei file presenti nella memoria del dispositivo in tuo possesso. In questo modo, ad esempio, puoi disinstallare anche le app di sistema, ovvero quelle installate direttamente dal produttore.

Attivo di default?

Alcuni brand, tra cui UMI, forniscono i diritti di root di default, mettendo dunque questa opzione a disposizione dell’utente sin dal primo avvio del telefono. La maggior parte delle aziende, tuttavia, condanna questa pratica, revocando la garanzia ai dispositivi sottoposti al root.

A cosa serve?

I permessi di root su Android danno agli utenti la possibilità di eseguire diverse azioni interessanti, dall’overclocking del processore e della RAM all’ibernazione delle app di sistema. Queste sono infatti installate in una cartella diversa rispetto alle app del Play Store, per cui non possono essere rimosse dai normali utenti. Con l’accesso root, questa limitazione viene meno.

I diritti di amministrazione consentono inoltre di avere un maggiore controllo sullo smartphone, abilitando ad esempio app specifiche per il controllo dell’autonomia e altre utility molto utili. Gli antifurto più efficaci funzionano proprio con il root, poiché vengono spostate nella memoria di sistema: di conseguenza, gli eventuali malintenzionati si troveranno impossibilitati a disinstallarle senza la password.

D’altro canto, l’utente standard spesso non ha bisogno dell’accesso root per il suo telefono, poiché le operazioni basilari che compie non rientrano negli scenari descritti in precedenza, né in altre situazioni strettamente correlate.

Dizionario del modding Android

In questa sezione della nostra guida troverai un vocabolario base con tutti i termini più utilizzati nel mondo del modding e di Android, per comprendere a pieno di ciò che stiamo parlando. Prima di procedere, leggi quanto scritto qui per avere un’idea chiara e completa della procedura.

  • ROM: versione del sistema operativo Android installata sul telefono. Si distingue in ROM Stock, ossia il software installato di fabbrica dal produttore, e ROM Custom, versione modificata dell’OS Android, sviluppata da utenti esperti che spesso aggiungono funzionalità inedite, ottimizzano l’intero sistema ed eliminano i file indesiderati.
  • Bootloader: l’equivalente del BIOS di sistema presente su ogni PC. Si tratta, in altre parole, del programma che viene eseguito all’avvio del dispositivo, che ha il compito di gestire il corretto caricamento del sistema operativo. Di default, su telefoni e tablet Android il bootloader è bloccato. Tuttavia, sbloccandolo si possono eseguire backup completi del sistema, installare nuove app avanzate e ROM personalizzate.
  • Recovery: modalità di avvio del dispositivo Android, del tutto indipendente rispetto all’OS. Da qui si può formattare il telefono, ripristinare il sistema, liberare la cache e molto altro ancora. Inoltre, questa sezione è sempre accessibile, anche in caso di malfunzionamenti del device.
  • Backup / Nandroid: i backup complete della memoria del telefono vengono definiti Nandroid, e si effettuano tramite la Recovery.
  • Wipe: l’eliminazione dei file e dei dati presenti sulla memoria del dispositivo. Esistono diversi gradi di wipe, in base al raggio d’azione sul quale l’utente ha intenzione di operare. Si possono ad esempio eliminare solo i contenuti multimediali come le foto e i video, lasciando intaccati i dati personali e le app installate. Oppure si può cancellare tutto, riportando lo smartphone alle impostazioni di fabbrica.
  • Flashing: termine utilizzato per indicare la procedura d’installazione di una nuova ROM sul dispositivo Android.
  • Kernel: questo elemento gestisce l’accesso alle risorse hardware del telefono, gestendole al meglio. Una versione modificata del kernel aiuta spesso a migliorare l’autonomia e le prestazioni del dispositivo sul quale viene installato.
  • Radio / Basebands / Modem: la componente relativa alla connettività di un dispositivo Android. Si occupa di gestire l’antenna telefonica racchiusa all’interno del telefono.
  • SuperSU / SuperUser: l’applicazione che permette di gestire i permessi di root sul dispositivo, abilitando numerose opzioni dapprima bloccate per i normali utenti.
  • Recovery Mode: modalità di avvio del telefono che ti consente di accedere al menu della recovery, in modo da effettuare le operazioni che desideri.
  • MOD: modifica di un’applicazione o di una funzionalità del dispositivo che, una volta installata, introduce funzioni aggiuntive sul telefono e sul tablet.
  • ADB: programma che permette di eseguire la modifica del telefono dal computer, sia esso un Windows, un Mac o un Linux.
  • Android SDK: Software Developement Kit, da installare sul computer assieme ad ADB per portare correttamente a termine la procedura di root sul cellulare.

Prima di cominciare…

Prima di fare il root su Android, è bene eseguire alcune operazioni preliminari che ti permettono di mettere al sicuro i tuoi dati e intervenire prontamente in caso di malfunzionamenti o errori nella procedura. Vediamo di che si tratta.

Esegui un backup dei tuoi dati

Sia che tu abbia uno smartphone o un tablet con Android 8.0 Oreo, 7.0 Nougat, 5.1.1 Lollipop o un’altra versione differente, dovresti eseguire un backup delle informazioni e dei dati contenuti nel tuo telefono, in modo da non perdere nulla.

Per portare a termine l’operazione, puoi semplicemente copiare i file sul tuo computer, ripristinandoli poi a procedura completata. In alternativa, puoi sempre scaricare un programma dedicato, come ADB, ed eseguire un backup completo dello smartphone tramite l’opzione dedicata. Per ripristinare i contenuti in un secondo momento, ti basterà utilizzare nuovamente ADB.

Installa i driver sul computer

I driver relativi alla versione del tuo telefono sono indispensabili per una corretta esecuzione della procedura di root da PC. Solitamente, basta connettere il cellulare o il tablet al computer con un cavo USB e i driver verranno installati automaticamente.

Se ciò non dovesse accadere, puoi sempre recarti sul sito del produttore e scaricare i file relativi al tuo modello. Ricorda anche di installare l’SDK di ADB, in modo da avere la massima compatibilità per il corretto svolgimento della procedura.

Guida passo per passo

Come avere i permessi di root su Android? In questa sezione dell’articolo scoprirai tutti i passaggi necessari da seguire per ottenere la root permission sul tuo dispositivo. La procedura è completamente legale, ma potrebbe invalidare la garanzia del telefono o corromperlo irrimediabilmente, mandandolo in brick.

Quest’ultima eventualità è alquanto rara, ma non per questo da escludere quando si valutano i rischi e le possibilità connesse ai suddetti permessi. Scegli dunque in base alle tue reali necessità. Di seguito, i passaggi da seguire.

  1. Sblocca il bootloader – Questa operazione preliminare è indispensabile per il corretto svolgimento dell’operazione. Per iniziare, devi effettuare il download di ADB dal forum di XDA Developers, assieme all’SDK Kit sul sito ufficiale di Android. La procedura cambia per ogni dispositivo, quindi ti consigliamo di aprire Google e scrivere unlock bootloader device name nella barra di ricerca. Affidati poi a XDA e segui con attenzione tutti i passaggi indicati sul forum.
  2. Installa una custom Recovery – Dopo aver sbloccato il bootloader, devi flashare sul tuo cellulare una Recovery personalizzata, che fungerà da root installer e ti permetterà di sbloccare sul dispositivo i permessi di amministratore. Da qui puoi anche installare una nuova ROM modificata. Tra le Recovery più popolari e utilizzate troviamo  TWRP e ClockworkMod. Scegli la versione più adatta al tuo device, in base alle indicazioni presenti su XDA.
  3. Effettua il root – Per applicare la modifica, devi scaricare i file per il tuo dispositivo cercandoli su XDA, spostandoli nella memoria interna del telefono o sulla SD. Entra nella recovery e installa SuperSU/SuperUser, selezionando l’opzione Install ZIP from SD card. Assicurati che il file sia in formato .zip, altrimenti non potrai portare a termine l’operazione.

In alternativa, puoi sempre ottenere i diritti di root su Android 4.4.4 KitKat, su Android 5.1 Lollipop e su tutte le altre versioni del sistema operativo installando una custom ROM con i permessi abilitati di default. Per ogni dubbio, puoi sempre consultare il forum di XDA Developers.

In questo modo, potrai iniziare a sfruttare al massimo il tuo device Android. Garantendo l’accesso root a Link2SD, ad esempio, puoi gestire le app installate sul telefono e spostarle su SD. Così facendo, non occuperanno spazio nella memoria interna.

Il permesso di root va sempre utilizzato con cautela, e concesso solo alle applicazioni affidabili. Tutti questi parametri possono essere gestiti tramite SuperSU/SuperUser in maniera semplice e immediata, regolando singolarmente ogni parametro di tuo interesse.

Come fare il root su Android con KingoRoot

KingoRoot è un’applicazione disponibile sia per Android che per Windows: questa ti permette di effettuare il root su tutti i dispositivi Android in maniera semplice e veloce, tramite un programma per PC o direttamente dall’apk.

Kingo Android Root è disponibile in maniera del tutto gratuita sul sito ufficiale e può essere usato in due modi: nel primo caso, bisogna installare il programma sul computer e connettervi il telefono tramite USB, in modo da avviare la procedura.

In alternativa, puoi scaricare la Kingo app direttamente sul tuo smartphone e installare l’apk, abilitando ovviamente le installazioni da origini sconosciute. Non devi fare altro che dare il via al processo e attenderne la conclusione: ci metterai pochi minuti.

kingoroot apk

Completare la procedura senza PC

Come effettuare il root su Android senza PC? Le app per sbloccare Android o, come dicono alcuni, effettuare il jailbreak Android sono numerose, e ti permettono di ottenere i permessi di amministratore sul telefono senza ricorrere all’aiuto del computer.

La nostra guida completa ti illustra alcune tra le migliori soluzioni per fare root Android su tutti i telefoni, dal Samsung Galaxy J3 allo Huawei P10. Nel 2023, eseguire questa procedura è divenuto piuttosto semplice, grazie a tutti i tool creati appositamente.

Tra le migliori app per root Android senza PC troviamo Z4Root, scaricabile facilmente dal forum di XDA Developers. Qui puoi trovare anche una lista dei modelli compatibili e incompatibili con l’applicazione, in modo da ottenere la massima resa.

In alternativa, puoi procedere con One Click Root download, app che offre i medesimi servizi e permette di abilitare i permessi sul telefono in pochi minuti. Il link per scaricare l’apk è presente sul sito ufficiale dell’applicazione, assieme a numerose informazioni utili.

Domande più frequenti (FAQ)

Ora che abbiamo visto come ottenere i permessi di root su Android, è tempo di rispondere ad alcune tra le domande più frequenti al riguardo. In questa sezione del nostro tutorial troverai numerose informazioni utili che ti aiuteranno a scegliere se sbloccare il tuo dispositivo o meno.

Perché i device non offrono opzioni per l’accesso facile al root?

I dispositivi Android non offrono facile accesso alle opzioni di root per diversi motivi, primo tra tutti la sicurezza. Un utilizzo errato di questi permessi potrebbe infatti consegnare i tuoi dati a potenziali malintenzionati, che andrebbero a sottrarre anche informazioni sensibili.

Inoltre, tale procedura non è indicata per gli utenti alle prime armi con il mondo della telefonia, poiché potrebbe portare ad arresti e blocchi indesiderati del dispositivo, rendendolo dunque inutilizzabile. Per questo motivo, è bene procedere solo se si è pienamente consapevoli di ciò che si sta per fare.

Perderò la garanzia del mio dispositivo?

La maggior parte dei produttori non approva l’esecuzione del root sui propri dispositivi, annullando dunque la garanzia ai prodotti “compromessi”. Perciò, soprattutto se il tuo telefono è stato appena comprato, pensaci bene prima di sbloccare i privilegi di amministratore.

Posso tornare indietro a uno stato di “no root”?

La procedura è totalmente reversibile. Tuttavia, gli smartphone e i tablet sono dotati di un contatore al loro interno, che rileva ogni modifica al sistema operativo di base. Per questo motivo, se hai effettuato la modifica e devi mandare il device in garanzia, il centro assistenza potrà rilevarlo.

Riceverò gli aggiornamenti ufficiali dopo la modifica?

Anche dopo la procedura, continuerai a ricevere le notifiche di aggiornamento OTA. Tuttavia, potresti non riuscire a installare le nuove versioni del firmware con i permessi abilitati e il bootloader sbloccato. Questo parametro varia infatti di dispositivo in dispositivo.

Il mio dispositivo verrà danneggiato?

La procedura non comporta alcun problema per il dispositivo Android, che continuerà a funzionare normalmente anche dopo la modifica. Tuttavia, il rischio è legato all’esecuzione del root: se non si seguono tutte le istruzioni con attenzione, vi è la possibilità di bloccare in maniera permanente il telefono, briccandolo.

The Last Loop non si assume dunque alcuna responsabilità per un’esecuzione errata della procedura da parte degli utenti. Lo staff consiglia di leggere con attenzione le informazioni contenute nei forum dedicati, come XDA Developers, e agire solo se si è pienamente consapevoli del rischio cui si va incontro.