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Blockchain, tutti i nodi della rete: la GUIDA DEFINITIVA

, Ultimo aggiornamento: Novembre 19, 2018
a cosa serve la blockchain

Non è possibile parlare di criptovalute e nuove forme di crowfunding, senza citare anche solo per sbaglio la blockchain, la vera protagonista della rivoluzione smart tech che ha investito mercati e finanza negli ultimi anni.

Disclaimer
The Last Loop non intende offrire il seguente articolo come guida ufficiale sull’argomento. Prima di utilizzare la blockchain si invita a consultarsi con esperti o agenzie del settore. Qualsiasi danno o perdita di denaro dell’utente non è ritenuta responsabilità del sito.

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Che cos’è la blockchain?

Si tratta di una rete virtuale formata da nodi di dati – i cosiddetti blocchi –  collegati uno all’altro attraverso dei puntatori – hash – capaci di sincronizzarsi e di aggiornare in tempo reale le informazioni che vengono trasmesse.

Questa è la blockchain: un database in condivisione, capace di duplicarsi all’infinito, di autosincronizzarsi ed aggiornarsi con ogni dato che viene trasmesso dall’intero sistema.

Due le caratteristiche che la rendono unica: la trasparenza – in quanto i dati fanno parte della rete stessa  e sono pubblici – e la sua incorruttibilità, ovvero l’impossibilità di  modificare una parte delle informazioni senza cambiare l’intera rete.

La rivoluzione della tecnologia blockchain è ancora più ovvia se pensiamo alle Ico o alle Daico, ovvero le nuove forme di crowfunding legate alle criptovalute, nate proprio sulla rete e di conseguenza parte integrante della stressa.

È sicura?
La blockchain è una delle tecnologie ritenute più sicure tra tutte le sue simili, nonostante sia sempre presente il rischio che qualcuna di esse possa essere tenuta sotto controllo per evitare che vengano inseriti materiali illegali.

cos'è la blockchain

Come funziona

Immaginiamo di avere una serie di schedari, uno collegato all’altro. All’interno di ciascuno si trovano i loro documenti di identità, i cosiddetti “hash”. Tradizionalmente se il proprietario del primo schedario volesse inviare i propri documenti al rappresentante del secondo, sarebbe costretto a prendere le info, copiarle e spedirle.

Con la rete blockchain il processo è diverso. Le  informazioni vengono trasmesse dal primo schedario al secondo, immediatamente. Non solo, vengono anche sincronizzate, ovvero l’identità di ogni punto viene impressa nel flusso e passa da un centro all’altro, incorruttibile.

Per controllare dunque un’informazione basta un semplice login per sottoporre una query – richiesta – al sistema. Non basta, lo stesso principio vale per partecipare attivamente alla rete, finanziando progetti di crowfunding o facendo bitmining. La rete si “deposita” fisicamente sul personal computer dell’interessato incorporandolo nella struttura stessa.

Pow vs Pos

Quando si parla di  blockchain, due sono le operazioni che la definiscono. La proof of work, o Pow, e la Proof of state, o Pos. Per capire il meccanismo facciamo un passo indietro. Nello scambio di denaro tradizionale, due soggetti si basano su di una terza parte per registrare le informazioni necessarie alla transazione (banca, visa, paypal o quant’altro).

Quest’ultima prende il denaro da una parte, lo trasmette all’altra aggiungendo una percentuale per se stessa, e annota i dettagli dello scambio. Con la blockchain il mediatore scompare ed è la rete che attraverso gli hash registra le informazioni su ogni nodo in tempo reale. Questo processo è convalidato da Pow e Pos. Entrambe sono operazioni matematiche connesse ai nodi della rete.

Come funzionano è però diverso:

  • La proof of work è strettamente legata al bitmining. I miner mettono a disposizione la potenza computazionale delle loro Cpu per risolvere un problema matematico, proposto da un blocco della rete, la Pow appunto: risolvendo gli algoritmi, contribuiscono alla sicurezza degli stessi, rendendo possibile lo scambio di informazioni e la sincronizzazione della rete. Chiunque risolva per primo una Proof of work viene ricompensato in moneta virtuale.
  • Anche la Proof of state è un metodo per convalidare le transazioni della blockchain. Ma il processo è diverso. Se infatti anche la Pos è definita da un algoritmo, non prevede però blocchi o puzzle da risolvere, né una ricompensa in valuta, che viene invece creata a priori. I miners (che per la Pos vengono chiamati forgers) mettono a disposizione le loro Cpu e guadagnano grazie alle quote di transazione. Se i miner sono parte attiva, i forger invece vengono scelti in maniera deterministica a seconda della loro ricchezza e dei sistemi che offrono, la cosiddetta “stake”.

A cosa serve la tecnologia blockchain?

La rete blockchain di fatto azzera la necessità di avere intermediari che registrino i dati, in ogni tipo di transazione. Questo è reso possibile dal fatto che i computer sono – o possono essere – facilmente dotati di un GUI (Graphic User Interface, in italiano “Interfaccia grafica utente”), sistemi operativi e applicativi che permettono di modificare e interagire direttamente con i parametri grafici degli hardware.

Come i cosiddetti “Wallet”, ovvero software che rendono possibile accumulare criptovalute e  utilizzarle per altre operazioni finanziarie e che dietro le quinte fanno parte della rete, ne determinano le interazioni con la parte fisica dei personal computer registrando le  informazioni e gli identificativi delle varie operazioni su di essa. In altre parole, trasformandosi nel mediatore.

Applicazioni pratiche

La blockchain cambierà il volto del nostro modo di fare affari. Questo promettono i mercati che sempre di più guardano alle smart tech con interesse. Come dimostrano i tanti studi in itinere. Progetti come R3 di Fintech che punta a creare una piattaforma che permetta l’interazione della rete e delle criptovalute con le strutture bancarie e le monete tradizionali.

Oppure come EOS Blockchain, che si prefigge di diventare una rete operativa in grado di sostenere operazioni su scala industriale, basata sull’assenza di quote di transazione e in grado di permettere milioni di operazioni al secondo.

Anche i colossi dell’informatica si sono avvicinati alla Blockchain tech proponendo programmi da una parte ma anche pensando a strutture di collegamento dall’altra, come IBM che ha recentemente lanciato una piattaforma dedicata alla creazione di start-ups legate alla Blockchain.

La verità è che la rete verrà applicata a più aspetti della vita quotidiana. Se infatti, è quasi assodato che questa sarà la depositaria preferita delle transazioni finanziarie del futuro, secondo gli esperti la sua influenza non si fermerà ai capitali, ma andrà a toccare l’intero sistema innovazione.

Come ad esempio il commercio, attraverso l’implementazione dello IoT (Internet of things, in italiano l’internet delle cose, ovvero il collegamento di oggetti alla rete come frigoriferi, lavatrici, ma anche antifurto o sistemi operativi domestici), e anche il sistema sanitario. Secondo un recente studio infatti, proprio la blockchain potrebbe risolvere il problema del trasferimento delle informazioni mediche, dei dati relativi a ricerche, degli studi di medicinali e dei risultati delle biotech, solo per citarne alcuni.

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Smart Contracts

Le prime avvisaglie di questa rivoluzione ci sono già. Si pensi agli smart contracts di Ethereum, ad esempio. L’idea è semplice: rendere i contratti commerciali vincolanti attraverso applicativi software che ne impongano l’automatico rispetto delle clausole.

Questo è possibile proprio grazie al carattere della rete blockchain e al fatto che risulti incorruttibile. E poi c’è Ripple, ovvero Ripple Transaction Protocol, un sistema di trasferimento di fondi e valute in tempo reale creato grazie ad un protocollo open source con lo scopo di rendere possibili transazioni finanziarie gratuite.

Lo sviuluppo della blockchain ha anche reso possibile la creazione di nuove criptovalute, come bitcoin cash o s-coin, ma anche versioni migliorate di bitcoin, come litecoin, che permette più interazioni al minuto con i nodi della rete, oppure neo che si propone invece di digitalizzare tutto il management dei trasferimenti finanziari utilizzando contratti smart attraverso un network dedicato, ovvero una sorta di seconda rete blockchain.

Previsioni

Fare previsioni certe è ovviamente impossibile, anche se sono in molti a parlare di un prossimo big bang collegato alle smart tech. I mercati non stanno certo a guardare e le azioni dei diversi progetti blockchain sono numerose. C’è chi sostiene come queste siano fra quelle più interessanti su cui investire, ma anche chi avverte dei pericoli delle criptovalute e dei sistemi a queste collegati, in quanto estremamente volatili.

Sicuramente la blockchain continuerà ad essere la protagonista del cambiamento, una rivoluzione che non solo non accenna a fermarsi, ma che invece sembra accelerare sempre di più. Un nodo alla volta.