Instagram con i suoi milioni di utenti e le star che attirano con qualche click migliaia di follower, e caché da capogiro, si è trasformato nel sogno di tanti. Diventare un influencer sembra essere facile, quasi alla portata di tutti. Eppure non sempre è così.
Eppure il modo c’è. Noi, vi spieghiamo come.
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Come aumentare follower su Instagram: i trucchi e metodi più efficaci
Attirare followers sembra un’impresa titanica, sopratutto quando, dopo averci provato, i risultati lasciano a desiderare. Eppure non è impossibile, serve soprattutto organizzazione, costanza e occhio per i dettagli.
Un buon profilo è importante
La cosa più difficile è organizzare sulla carta il proprio profilo e abbandonare l’idea che debba trattarsi di una vetrina quasi autobiografica. Su Instagram vendono i concetti, o meglio un tipo di canale mono – tematico, specializzato e dalle immagini accattivanti. Specializzarsi in un tema a cui rimanere fedeli è il primo passo da considerare.
Sempre meglio sfruttare gli altri Social
Altro punto importante è quello di collegare i social media. Anche se la vostra idea è quella di sfondare su Instagram, sfruttare Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr per aumentare il proprio parco di fan non è un’idea da scartare. Anche in questo caso però gli account devono essere collegati al tema del vostro profilo Instagram e ovviamente riprenderne nome e slogan.
Occhi puntati sulla fotografia
Altro nodo centrale le fotografie da pubblicare che ovviamente devono essere di qualità. Non basta un filtro a rendere una foto stupenda. Occorre studiare l’impostazione, il background dell’immagine e la composizione. Evitare di scattare foto nel pieno della giornata, ma preferire la mattina o la sera, per il tipo di luce solare obliqua, che rende le immagini più profonde.
Un buon trucco è quello di controllare sempre i quattro angoli dell’immagine da catturare, per verificare che vi sia armonia di forme e spazi. Oltre a tutto questo, anche investire su una buona attrezzatura e in programmi per la post produzione, prima di caricare la foto sulla piattaforma.
Molte delle foto pubblicate sul social media non sono affatto scattate con semplici telefonini, ma con vere e proprie camere professionali e ritoccate con photoshop (o Gimp, software gratuito del tutto simile al primo) prima di venire pubblicate. Infine consiglio sempre utile, scattare tante fotografie, in posizioni diversi, da altezze diverse e soprattutto con luci diverse, artificiali o naturali che siano.
Instagram Ads, sì o no?
Altra piattaforma da tenere in considerazione è Instagram Ads, che di fatto permette di collegare un profilo Instagram ad uno di Facebook Ads Manager e di massimizzare l’audience raggiungibile. Gli Ads possono essere pubblicati come immagini, video o anche stories, dipende dal tipo di modello e di canale che si è costruito.
Per attivare Instagram Ads basta aprire un account Facebook Ads Manager e collegarlo al primo. Quindi, realizzare un video o uno scatto pubblicitario attraverso il manager dell’applicazione.
Due le considerazioni da fare per Instagram Ads. La prima è di natura economica: la pubblicità non è gratuita, per cui occorre stabilire un budget, che può essere giornaliero o settimanale a seconda delle possibilità.
La seconda è ancora una volta il target. Instagram Ads offre una barra che permette di controllare il reach di una determinata immagine o video caricati, così da capire in tempo reale se la campagna sta funzionando o meno.
Su tutto però il consiglio è sempre lo stesso: Instagram Ads può essere utile quando si hanno già un minimo numero di follower ed un profilo completo, ovvero il canale è maturo e si riferisce chiaramente ad un tema preciso e ad un determinato gruppo di utenti con specifici interessi. Senza queste premesse, rischia di risultare se non inutile, quantomeno poco influente rispetto alle sue reali potenzialità.
Usa I hashtag più popolari
Infine gli hashtag, ovvero le frasi o gli slogan, preceduti dal cancelletto che di solito corredano una fotografia o un video. Ve ne sono molti e di “peso” diverso, ovvero con un differente numero di persone che potenzialemte è possibile raggiungere.
Qui è possibile ovviamente sbizzarrirsi, in quando un unico post può essere corredato da 30 hashtag. Il problema in questo caso è anche di stile. Utilizzare troppi hashtag sotto ad un’immagine rischia di essere controproducente. Soprattutto quando il proprio canale inizia a raccogliere un numero discreto di follower.
In questo caso meglio specializzarsi e trovare uno o due “hashtag” personali da aggiungere ai post, per renderli unici. Instagram non solo permette di salvare le vostre liste di hashtag, ma ve ne suggerisce anche di nuovi. Evergreen da sempre, ecco i primi quattro: #love, #instagood, #photooftheday e #fashion.
Pubblicare sì, ma quando?
Pubblicare su Instagram va bene, quando farlo, però, è altyrettanto importante. Stando alle statistiche il momento migliore per postare una foto sul social media è fra le 11 e le 12, seguito da una seconda finestra che va dalle19 e alle 21.
I numeri arrivano dai vari siti di media manager che si trovano in rete e che dimostrano un’ovvietà, ovvero che la maggior parte delle persone scorre i social media durante la pausa pranzo e all’ora di cena.
A questi dati va però aggiunta una considerazione: più un profilo diventa pubblico e noto, meno queste statistiche lo influenzano. La cartina tornasole per capire se si stanno o meno pubblicando contenuti di qualità è infatti il numero di “likes” raccolto indipendentemente dall’ora in cui l’immagine viene postata.
Altra considerazione, infine, è il tipo di audience e il Paese in cui si lavora e a cui ci si riferisce. Non tutte le società infatti si comportano nello stesso modo, basta considerare che l’ora di cena, se in Gran Bretagna cade attorno alle 6,30, in Grecia non capita mai prima delle nove.
Usare buonsenso, statistiche a parte, è dunque sempre una scelta vincente.
Per evitare cadute di stile, o peggio…
Una cosa da non fare, invece, è quella di comprare follower per Instagram, o anche solo costruirsi frotte di seguaci destinati a scomparire nel giro di qualche ora. I rischi sono numerosi, ma due in particolare devono essere presi in considerazioni. Il primo è quello di venire bannati dalla piattaforma.
Il secondo, invece, è quello di perdere credibilità e di conseguenza consensi. Inoltre, molte delle piattaforme, piccole o grandi che siano, che promettono migliaia di followers dietro compenso, scompaiono subito dopo il pagamento della quota d’iscrizione.
Le applicazioni e siti “acchippa-followers”, utili o solo scam?
Esistono poi numerose app per aumentare il numero di seguaci. Funziano tutte più o meno nello stesso modo: si seguono profili in cambio di follower. I “pacchetti” sono numerosi e variano. Dai basic, ovvero quelli gratuiti che limitano i follower da seguire (e da cui essere seguiti), a quelle a pagamento.
Ecco alcune delle più famose.
Mr Insta è gratuita e dietro ad un’iscrizione, al completamento di un sondaggio e ad alcune piccole azioni social promette 10 follower al giorno.
Incentifan funzionano nello stesso modo. Dopo essersi iscritti, e avere collegato all’app il proprio profilo Instagram, viene richiesto di completare una serie di azieoni che prevedono il pagamento di monete. Per ogni moneta, è possibile richiedere un follower.
Leggermente diversa I dig it, piattaforma che oltre ad un free trial permette dietro pagamento di una quota di acquistare follower, likes e traffico sul proprio profilo Instagram e non solo. “I dig it” garantisce follower reali, 100% scam – free, il che permette di evitare di essere bannati dalla piattaforma.
Altre app “acchiappa – follower” disponibili in rete sono “Real followers” e “Tips to get Instagram likes”. Entrambe sono gratuite e funzionano più o meno nello stesso modo, si tratta di iscriversi, con il proprio profilo Instagram e dare like a contenuti in cambio di monete, che oltre ad una certa quota (30 per la prima, centro per la seconda) possono essere scambiate per followers.
E l’elenco si allunga con siti e app come Boostgram, Crowdfire, Neutrino, Captivate e Follower Assistant . Queste sono quasi tutte a pagamento, o meglio permettono un periodo di prova breve (spesso si soli pochi giorni) per poi passare ad abbonamenti mensili o addiritturta settimanali.
Quindi occorre fare attenzione, in quanto la spesa rischia di essere più alta del guadagno.
C’è da tenere presente infatti che sulle maggiori piattaforme, come iTunes per esempio, gli abbonamenti non hanno bisogno del consenso dell’utente per autorinnovarsi e il passaggio dal periodo di prova a quello a pagamento viene considerato un auto rinnovo, spesso addirittura escluso dal diritto di recesso.
Per cui, prima di scaricare e iscriversi ad una qualsiasi app che promette migliaia di follower in poche ore, è sempre meglio leggere attentamente contratto, condizioni e soprattutto i codicilli scritti in minuscolo alla fine della pagina.