Quando si tratta di interagire con gli altri membri della comunità, inevitabilmente si deve ricorrere a diverse forme di accordi scritti, contratti per cui si ha poi bisogno dell’aiuto di un avvocato, un notaio, o in generale un pubblico funzionario.
Attenzione: La procedura per aprire uno Smart Contract è tuttavia delicato. Si consiglia pertanto di lasciare questo genere di attività a degli utenti esperti o professionisti del settore e di consultarli nel caso in cui si decidesse di proseguire. The Last Loop non intende in alcun modo incentivare gli utenti inesperti all’utilizzo di Smart Contract in quanto, nel caso in cui fosse presente un errore nel codice, risulterebbe impossibile modificare il contratto e si correrebbe il rischio di perdita di denaro.
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Cos’è uno Smart contract?
Per supportare l’esigenza di semplicità, negli ultimi anni si è fatto ricorso a tecniche digitali che permettono di facilitare il processo contrattuale, di renderlo più accessibile anche a coloro senza particolari esperienze o conoscenze, o addirittura di sorvolare su alcune clausole che vengono automaticamente tradotte e applicate al caso in questione.
Entrano dunque in gioco i cosiddetti “Smart Contract”, i contratti intelligenti (termine coniato a metà degli anni `90 da Nick Szabo), ossia protocolli virtuali che eliminano, anche se non del tutto, la necessità di un intervento di terze parti, consentendo di interagire direttamente con un cliente superando il lungo, costoso e talvolta rischioso processo determinato dal tradizionale sistema centralizzato.
Ethereum e Smart Contract
Ethereum è la geniale creazione del russo Vitalik Buterin, che nel 2004 presentò su un forum di programmatori la sua idea di un super computer distribuito. Il successo arrivò ben presto, ed oggi Buterin, a soli 24 anni, è uno degli under 25 più conosciuti ed apprezzati nel settore (è anche fondatore di Bitcoin Magazine, una rivista che tratta di argomenti relativi e simili ai Bitcoin).
Questo fa sì che sebbene pubblico e trasparente, il programma sviluppato con Ethereum sia sicuro ed inattaccabile da parte di hackers o terze parti in genere. Di fatti, l’applicazione stessa, una volta immessa nella rete, prende un suo percorso autonomo, indipendente persino dalla volontà dei creatori originali, e si sviluppa e propaga, servendosi degli Smart Contract, fintanto che può ancora assolvere la sua funzione.
Come funzionano? Che ruolo giocano nella Blockchain?
Così come ci si aspettava delle garanzie e si dava fiducia all`avvocato o al notaio per la verifica e la esecuzione di un contratto, allo stesso modo gli Smart Contract devono offrire trasparenza e assicurare un regolare svolgimento delle operazioni.
Con questo intento ci si affida al sistema Blockchain, altro protocollo virtuale, nato inizialmente con la criptovaluta BitCoin ma poi applicato ad altri settori.
Proprio come gli Smart Contract operano nel loro settore specifico, così la Blockchain lavora in modo generale, decentralizzando la raccolta ed elaborazione dei dati, prima affidata ad un unico computer, ora invece a più dispositivi che collaborano per una maggiore trasparenza e sicurezza.
Rispetto al concetto di Smart Contract come lo conosciamo, la Blockchain è relativamente giovane (ideata nel 2008), ma ha già un enorme successo, e sebbene a servirsene siano principalmente le community di sviluppatori, anche le Startup stanno iniziando ad esserne piuttosto coinvolte.
Altri cryptocurrencies che usano Smart Contract
Quando si parla di Blockchain si deve parlare di Bitcoin, che non si può più definire semplicemente criptovaluta, ma è ad oggi una vera e propria riserva di valore come l’oro.
Sebbene i Bitcoin siano nati poco dopo la creazione del sistema Blockchain e rimangano tutt’ora il principale sistema di pagamento mondiale basato sulla DLT, al momento vi sono diverse criptovalute che si servono di Smart Contract per potersi diffondere.
Ad esempio, Ethereum si serve di una propria criptovaluta, chiamata Ether e simile ai Bitcoin, con la differenza che può essere adoperata su Ethereum per commercializzare le azioni virtuali dei vari contratti.
Ancora, vi sono valute come ZCash (i cui pagamenti avvengono su una Blockchain pubblica, anche se chi invia il denaro e chi lo riceve, così come l’importo, possono essere riservati) e IOTA, il cui obiettivo è quello di garantire forme di pagamento sicure e, dal momento che non fa uso della Blockchain tradizionale, di eliminare i costi di transazione (su questo aspetto, si può considerare la prima nel suo genere).
Conclusione
Riassumendo, possiamo immaginare l’intero sistema come una piramide rovesciata: alla base-punta della piramide troviamo la DLT generale, la grande Blockchain; a seguire si trovano Ethereum ed altre piattaforme simili, che con migliaia di nodi (i vari utenti/softwares che contribuiscono al loro sviluppo) operano appoggiandosi al sistema principale; gli Smart Contract, utilizzati da Ethereum o da chiunque si serva della Blockchain per siglare gli accordi; infine le varie criptovalute come Bitcoin e IOTA, che servono a finanziare ogni movimento.